Ischeliu/Richiamo 2022 il corto

Ischeliu/Richiamo 2022 il corto

La residenza artistica, ISCHELIU/RICHIAMO, è stata dedicata alla scrittura del diario del proprio Heritage travel.

Sono stati selezionati dieci partecipanti, sette dei quali sardo-discendeti (figli, nipoti o pronipoti di sardi ma non nati in Sardegna) e tre artisti sardo-nativi emigrati. Il gruppo è stato ospite di una residenza di una settimana presso il piccolo borgo abbandonato di Rebeccu, nel Comune di Bonorva. In questo contesto è stata condivisa un'esperienza immersiva e articolata con gli artisti ospiti del progetto che durante questo periodo di residenza hanno continuato la loro ricerca creando anche occasioni di condivisione pubblica e di open studio. Parliamo di artisti provenienti da varie discipline, anche loro sardi o con forti legami con l’Isola, il cui curriculum è caratterizzato da un percorso lavorativo internazionale e di grande prestigio: Antonio Marras, artista poliedrico e designer; Valentina Medda, artista visiva e performativa; Maurizio Saiu, coreografo e artista performativo che ha lavorato in coppia con la musicista Daniela Cattivelli; Luciano Chessa, compositore di fama internazionale che vive tra gli USA e l’Europa; Adele Madau, musicista e performer; Lea Karen Gramsdorff artista visiva e attrice e Simone Dulcis artista e sound designer.

Differenti provenienze e di approccio e visione che hanno contribuito all’arricchimento di una visione che ha trovato nel luogo scelto, l’humus ideale per rielaborare il rapporto tra l’uomo e l’ambiente come punto di ripartenza per l’ascolto del richiamo verso le proprie radici.

Il campus

Fin dall'inizio Francesca Lixi, tutor del campus, ha cercato di dare importanza alla creazione del gruppo, l'eterogeneità della sua composizione necessitava cura, attenzione e ascolto di ciò che ognuno si aspettava e di ciò che pensava di poter fare e dare.

A questa fase è seguita la proposta di sperimentare un approccio con il luogo attraverso i 5 sensi (le porte sensoriali), per scoprire quale senso prende il sopravvento in ognuno nel contatto/connessione con ciò che il luogo fisico, naturale e di relazione propone nel qui ed ora, e quale senso ognuno predilige per raccontare la propria visione.

La condivisione di questa esperienza è stata molto interessante e ha dato origine ad un brainstorming prima individuale poi collettivo, che ha portato alla luce temi, visioni, ricordi, storie personali, sentimenti ed emozioni.

L'emergere dei temi attraverso le parole scelte dal gruppo hanno creato la base per osare la direzione di un'opera collettiva. Il gruppo di lavoro è maturato in fretta grazie non solo alle ore dedicate al lavoro per la residenza artistica, ma anche alla condivisione degli spazi ricreativi e alla partecipazione al processo creativo degli altri artisti ospiti della residenza.

Momento molto importante è stato quello dedicato all'escursione a Padria e Torralba con Luciano Chessa, suo “itinerario delle radici” ha condotto il gruppo di lavoro ad un momento di altissima condivisione importante per affinare e approfondire la conoscenza e la fiducia fra i partecipanti.

Nonostante il tempo a disposizione per un lavoro collettivo non fosse tantissimo è stato sorprendente come, sin da subito, il gruppo sia stato in grado di setacciare e filtrare i contenuti che ognuno dei partecipanti è riuscito a condividere. È apparso chiaro che il linguaggio per restituire l’esperienza sarebbe stato il linguaggio cinematografico. In un primo momento alcuni hanno manifestato la preferenza per un lavoro individuale, di cui abbiamo tenuto conto nella chiacchierata sulle motivazioni che sostenevano questa preferenza ma la rapidità con cui si è amalgamato il gruppo ha rivelato la capacità di produrre un lavoro in condivisione.

Non era per niente scontato che 10 persone provenienti tutti da paesi ed esperienze diversi riuscissero ad amalgamarsi così velocemente. Il principio di “diversi corpi, unica mente” è stato fortissimo nel facilitare ciò che sembrava impossibile: uniti nell’unico desiderio di esprimere attraverso immagini le senzazioni che questa esperienza offriva, è emersa la disponibilità ad affrontare un lavoro collettivo, univoco. Armonicamente si è lavorato sui contenuti e sugli aspetti audio e video, con la disponibilità totale rivolta alla creazione di un’opera che contenesse tutte le voci, i pensieri, gli appunti di questo diario a dieci mani.

Il montaggio del testo, dei suoni e delle immagini è passato per due fasi, la visione e l'ascolto dei materiali raccolti da una parte e la stesura  di una scaletta di montaggio impostata collettivamente dall'altra. Un lavoro armonico coordinato magistralmente da Francesca Lixi e organizzato con l’aiuto di Francesco Pupillo, l'assistente montatore che ha seguito passo passo il lavoro e ha reso possibile -anche dal punto di vista tecnico – finalizzazione del lavoro. “Ischeliu” è stata un’occasione unica nel suo genere, un vero e proprio esperimento che ci ha portato verso risultati anche più importanti ed arricchenti di quelli che avevamo previsto. Sicuramente un punto da cui partire, ispirazione di nuove visioni e aperto diventare qualcosa che si potrà sviluppare e ripetere. “Ischeliu” è anche il prodotto finale di questo periodo di residenza, un cortometraggio corale che è stato presentato al pubblico nella serata conclusiva.

 Valeria Orani
Progettazione “Ischeliu”

P.S. Non sta a me dire se l'esito del lavoro ha una qualche validità artistica, certamente non era quello l'obiettivo, ma senza alcun dubbio posso dire che ha un importante valore dal punto di vista della realizzazione di un'opera collettiva, nella quale tutti i partecipanti, la maggior parte dei quali sono artisti già formati e con grande esperienza, hanno saputo mettersi a disposizione di un gruppo con generosità e con molto coraggio..