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RED READING. UN GIORNO BIANCO Bartolini/Baronio

  • Borgo Antico Rebeccu Rebeccu, Sardegna, 07012 Italy (mappa)

Michele Baronio e Tamara Bartolini (foto di Margherita Masè)

Red Reading. UN GIORNO BIANCO. DOVE IL NOI DIMORA IN ME

di Tamara Bartolini e Michele Baronio a partire dal libro Ho Costruito una casa da Giardiniere di Gilles Clement (ed. Quodlibet)                 

Con questo RedReading ci domandiamo dove stiamo andando, cosa stiamo lasciando, come vivere tra le rovine, e cos’è casa. Quali sono i residui che compongono la nostra possibilità di un Terzo Paesaggio? Dove sono i luoghi marginali di cui riappropriarci perché diventino spazi di resistenza, pratiche di cambiamento? Dov’è la memoria delle cose, l’io che diventa noi, i territori, la comunità, la terra su cui camminare, da nutrire, tutelare? E allora scopriamo quanto ci sia bisogno di cura e di fare cose difficili - come scrive Gianni Rodari: guardare, ascoltare, avere pazienza. Insieme a Clément e ai nostri ospiti ci immergiamo nel tempo dell’edificazione della casa ideale proprio per curarne le rovine: “Il mio progetto non era quello di costruire una casa con un giardino intorno. Era semmai il contrario: volevo abitare in un giardino”. 

Impariamo a salutare ciò che abbiamo intorno, a seminare, a far tesoro di tutto, delle persone, degli animali, delle piante. È un giorno bianco e possiamo ricominciare dalla prima pietra, come dire la luna, inoltrandoci con cura da giardinieri in questo Mondo-giardino che ha origini più lontane delle nostre e così cercare, cercare e cercare ancora, e ancora seminare bellezza.

Cos'è RedReading?

RedReading è un incontro tra il teatro e la potenza di un libro. Incontro con la narrazione orale, con quelle storie che sono nate da una comunità, e che proprio attraverso il teatro, a quella comunità, ritornano. È una traduzione sentimentale e intima dell’esperienza che ha significato per noi la lettura di quel libro, con i suoi contenuti, forme e linguaggio. Attraverso una costruzione drammaturgica e sonora il testo scelto (romanzo, saggio, libro fotografico...) viene suonato, raccontato, fatto diventare dialogo attraverso le incursioni degli ospiti che intervengono sugli argomenti che questo tratta e sulle suggestioni che crea. È un viaggio appassionato nella narrazione dei nostri anni fra racconti di donne e uomini, eroi e ribelli.

RedReading è un progetto ideato da Bartolini/Baronio che procede per cicli ed episodi. Ad oggi sono state realizzate tre stagioni e quattordici RedReading con la collaborazione di diverse strutture e spazi.

I RedReading hanno abitato teatri, festival, cortili, chiostri, biblioteche, piazze e tanto altro. Ogni territorio è una nuova possibilità di indagine sia per i RedReading già costruiti sia per quelli ancora da creare. Tanti gli ospiti che hanno attraversato e arricchito ogni narrazione, le persone di ogni età incontrate sui territori in cui abbiamo lavorato, i musicisti che accompagnano la costruzione drammaturgia, i poeti, gli antropologi, ricercatori, fotografi, gli stessi autori.

BARTOLINI/BARONIO è una formazione artistica romana nata nel 2009 dal sodalizio artistico tra Tamara Bartolini e Michele Baronio che lavorano alla scrittura, regia e pedagogia dei loro progetti. Il loro è un teatro “manifesto di prossimità” che vuole creare esercizi di vicinanza tra chi lo fa e chi lo riceve. Si formano entrambi tra il centro internazionale La Cometa, laboratori, master class, e spettacoli con diverse compagnie della scena teatrale. Decennale l’esperienza come attori all’interno della compagnia Triangolo scaleno teatro con cui partecipano anche alla creazione del festival Teatri di Vetro. Dal 2014 sono accompagnati dalla 369gradi.

Il duo porta sulla scena un reticolato di linee narrative molteplici e sovrapposte, intrecciate dalle proprie storie individuali e da quelle segnate e percorse dalle biografie collettive. La pratica di attraversamento e raccolta di storie di vita, racconti, voci e memorie, si restituisce in esperienza e rappresentazione nell’innesto di un unico corredo biografico e scenico, in uno spazio sempre da fare e da rifare, che accoglie lo spettatore in stanze/scena fatte di oggetti semplici, artigianali e manipolati, in cui la narrazione epica si articola in dispositivi scenici differenti, in congegni drammaturgici e sonori sospesi tra dialogo teatrale, indagine letteraria e atto civile. Nelle loro creazioni artistiche emerge, infatti, la ricerca di una esposizione personale che incrocia la poetica sonora in un dialogo-concerto tra parola e musica, artisti e territori, ritratto della fragilità e della solitudine del mondo contemporaneo, ma anche della sua potenzialità di sovversione. 

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